sabato 24 maggio 2014

La macchina fotografica di Woody

(pag. 133)
Woody tirò fuori la macchina fotografica dal baule dell'auto del padre. Era una Leica III, così piccola da poterla portare con una cinghia intorno al collo, eppure con un tempo di esposizione pari a un cinquentesimo di secondo.


Leica III, Buffalo, 1936
(pag. 140)
Quando suonò il contaminuti, Woody trasferì la pellicola in una soluzione per arrestare la reazione chimica, quindi in un bagno per il fissaggio definitivo. Infine lavò e asciugò la pellicola, poi guardò le immagini in bianco e nero del negativo.
Gli parvero piuttosto buone. 
Tagliò i vari fotogrammi e infilò il primo nell'ingranditore. Dispose un foglio di carta fotografica venti per venticinque alla base dell'ingranditore, lo accese e, contando i secondi, proiettò, sulla carta il negativo. Quindi fece scivolare la carta in una vaschetta contenente il bagno per lo sviluppo.
Questa era la parte più emozionante del procedimento. A poco a poco sulla superficie bianca si formarono delle macchie grigie e cominciò ad apparire un'immagine. Ogni volta gli pareva un miracolo.

Camera oscura per sviluppare la pellicola fotografica

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